Dalla cura dell’insufficienza venosa una speranza per la sclerosi multipla” è il titolo di un articolo pubblicato sul sito di Repubblica in data 9 settembre 2009, scritto da Alessandro Cori.

 

Parte dall’ Emilia la nuova speranza per la cura della sclerosi multipla. E questo grazie alla recente scoperta di una malattia che colpisce le vene extra – craniche, la Ccsvi (Insufficenza venosa cronica cerebrospinale), utilizzata per migliorare le condizioni di vita dei pazienti affetti dalla forma più comune di sclerosi multipla. Una prospettiva davvero incoraggiante a cui è giunto il team di medici e ricercatori appoggiati dalla fondazione Hilarescere, promossa dalla fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. La terapia sulla Ccsvi, con un piccolo intervento che ripristina la normale funzione delle vene, sta dando infatti risultati molto positivi sui pazienti presi in esame (123 in tutto). La fondazione ha promosso a Bologna un convegno internazionale per discutere la scoperta e soprattutto le sue applicazioni cliniche. Tra i partecipanti c’ erano medici e docenti americani di università e istituti neurologici di Harvard, Detroit, Stanford e Buffalo. La squadra di esperti di Hilarescere è guidata da Paolo Zamboni, professore dell’ università di Ferrara e Fabrizio Salvi, neurologo dell’ ospedale Bellaria. “Il gruppo di studio – spiega Zamboni – ha scoperto come la Ccsvi, curabile in day hospital con una terapia di liberazione endovascolare minimamente invasiva, sia presente nel 100% delle persone affette da sclerosi multipla”. Secondo il professore siamo di fronte a “una pietra angolare nella ricerca su questa malattia. I risultati che abbiamo ottenuto sono molto importanti – aggiunge Zamboni – dopo l’ intervento per curare la Ccsvi nei due anni successivi il 70% dei pazienti dello studio non ha più manifestato alcuna ricaduta di sclerosi multipla e la percentuale di lesioni attive è crollata dal 50% al 12%. Questo ha comportato un marcato miglioramento della loro qualità della vita”. La ricerca è cominciata anni fa quando Zamboni e Salvi hanno notato che la Ccsvi ricorreva in tutti i malati di sclerosi multipla. L’ auspicio è quello di avere una casistica che dia una serie di riscontri tali da diffondere i protocolli della sperimentazione, dando così una speranza ai malati di sclerosi multipla. Il presidente di Hilarescere e fondazione Carisbo, Fabio Roversi Monaco, nel frattempo rimane cauto. “Ci vuole grande rigore, per questo al congresso abbiamo invitato anche alcune voci critiche. Il rischio che non vogliamo correreè di illudere i malati e le famiglie”.

L’argomento in questione è stato trattato anche durante il convegno scientifico Verticale Solidale, durante il quale sono intervenuti il prof. Paolo Zamboni, il prof. Pierfrancesco Veroux, il dott. Fabrizio Salvi e il prof. Rabih Chattat.

Guarda il video del convegno → https://goo.gl/2Fmp0D

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